Nato a Parma il 16 Maggio 1949, inizia a fotografare nel 1972 quando, spinto da un amico fotoamatore, compra la sua prima reflex e comincia ad eseguire con estrema ricerca formale, ritratti e paesaggi.

 

Nel 1974, i primi successi ottenuti in diversi concorsi, lo convincono a dare una svolta al suo modo di intendere questo mezzo di espressione, spingendolo verso un lavoro di ricerca ancorato però ad antiche tecniche fotografiche riscoperte per caso in vecchi libri acquistati in un mercatino di antiquariato. Da qui la sperimentazione sul bianco e nero con viraggi e colori alle aniline distribuiti a pennello.

 

Il 27 Novembre del 1981, inaugura a Parma, alla galleria d’arte moderna “Il Nuovo Fuso”, la sua prima personale dando il via ad una serie di esposizioni di grandissimi fotografi italiani: Gianni Pezzani, Franco Fontana, Franco Furoncoli. I giornali dell’epoca, attraverso la penna del critico d’arte Gianni Cavazzini, riportavano:

“Da qualche anno ormai, la fotografia si è conquistata un posto nelle gallerie, anche in quelle tradizionalmente riservate alla pittura e alla scultura. Ancor più si giustifica questa presenza nel caso di fotografie come queste di Alberto Flammia, autore di un prodotto di immagine che si avvicina alla pittura, sia nei tagli che negli accordi di colore.”

 

Dopo aver partecipato nel 1982 ad un concorso fotografico nazionale, nonostante le sue fotografie vengano segnalate e premiate, decide di abbandonare le tecniche fino ad allora utilizzate per dedicarsi ad una ricerca spasmodica del “nuovo”.

 

Il desiderio di confrontarsi con altre culture espressive dell’immagine lo spinge a spostarsi in diverse città italiane ed europee. A Milano incontra uno dei più grandi esperti di fotografia a livello mondiale, Lanfranco Colombo, direttore della sezione culturale del SICOF, al quale si affida e grazie al quale arriva a partecipare ad una mostra itinerante di fotografi italiani in Cina. Le sue foto vengono tuttora conservate a Pechino nella Galleria Nazionale delle Arti Estetiche.

 

Dopo un periodo di facili entusiasmi, culminati con una spedizione ad Arles (tempio mondiale dell‘immagine), confrontandosi con i maestri Europei, Americani ed Asiatici, si rende conto, di quanto ancora debba fare per raggiungere una tecnica espressiva all’avanguardia e così, tra dubbi ed incertezze, ritorna nella sua città dove inizia un periodo di ricerca quasi ossessiva, non privo di crisi e ripensamenti fino a quando, in una caldissima notte d’estate, arriva l’ispirazione che darà vita al suo ultimo lavoro con la pellicola: “Così come l’Araba Fenice risorge dalle proprie ceneri, anche una  foto dimenticata può risorgere a nuova vita attraverso opportune manipolazioni”.

 

Negli ultimi dieci anni, dopo aver abbandonato la Nikon F2 per una più moderna D 700, si dedica all’esplorazione della fotografia digitale e delle annesse tecniche di post produzione, utilizzandole però con sobrietà e rispetto per lo scatto originale.

 

Ciò che trovate in questo sito è il frutto della sua immensa passione!

 

Scopo della Fotografia per Alberto Flammia

 

"La materia prima di una foto è a disposizione di tutti, io prendo la mia parte,

quella che scelgo seguendo il mio senso estetico e la mia cultura.

Rendere manifesto anche ciò che tanto visibile non è restituendo

importanza anche alle cose dimenticate.

Descrivere l’amore per il creato attraverso la macchina fotografica.

Il colore è il luogo dove l’universo e la mente s’incontrano (P. Klee)

Esaltare le situazioni non solamente cogliendo l’attimo ma attendendo con tenacia,

pazienza e studio il realizzarsi degli eventi."

Born in Parma on May 16 1949, he began photographing in 1972 since, after having been encouraged by a friend that was keen on photography, he bought his first reflex camera and commenced carrying out, with indepth research, portraits and landscapes.

 

In 1974, his first achievements, outcomes of various contests, convince him to invert his interpretation of this means of expression that consequently nudges him towards to research work based though on antique photographic techniques found by chance in old books bought in an antique market. From here on, he starts experimenting black and white technique, by toning and using aniline colours spread with a paintbrush.

 

On November 27 1981, he inaugurates in Parma, in the modern art gallery “Il Nuovo Fuso” his first personal exhibition, the start of a series of shows depicting famous Italian photographers: Gianni Pezzani, Franco Fontana, Franco Furoncoli. Articles of the times, written with the pen of art critic Gianni Cavazzini stated:

“In the last few years, photography has gained a place in art galleries, even in those dedicated to art and sculpture. It is further justified by photographs executed by Alberto Flammia, author of images akin to art, both for the cut style and the harmony of colours.”

 

After having attended a national contest in 1982 and notwithstanding that his photographs are pointed out and awarded, he decides to abandon the technique he had been using up to then and embarks on a fitful research of the “new”.

 

The desire to confront himself with other expressive cultures of imaging leads him to different Italian and European cities. In Milan he meets one of the biggest world-known photography experts Lanfranco Colombo, director of the cultural section of SICOF, to whom he entrusts himself and thanks to whom becomes a member of a travelling exhibition of Italian photographers in China. His photographs, up to this day, are preserved in the National Gallery of Esthetic Art of Beijing.  (verificare se è corretto)

 

After a period of easy joys, topped by a campaign to Arles (world shrine of imagery) he compares himself to European, American and Asian masters and he realises how much more he has to achieve to reach an avant-garde expressive technique and so, accompanied by doubts and uncertainties, he returns to his home town where a period of nearly obsessive research begins, not without second thoughts and predicaments until, one hot balmy summer night, inspiration gives birth to his latest (or last) work with the film: “Like the Phoenix that rises again from its ashes, a forgotten photograph, with the correct manipulation, can be re-born.”

 

In the last ten years, after having abandoned a Nikon F2 for a more modern D 700, he spends his time exploring the world of digital photography and the linked post-production techniques, using them, however, with moderation and respecting the original snapshot.

 

That what you find in this website is the result of his great passion.

 

Purpose of Photography - Alberto Flammia

 

"The rough material of a picture is available to everybody; I just take my part

and choose following my aesthetic sense and my culture

Making visible that which is not, giving back relevance to things that

have been left behind

Describing the love for universe through your camera

Color is where universe and mind meet (P.Klee)

Enhancing the situation not only seizing the day but also waiting with tenacity,

patience and studying the becoming of the events"